Tra miti e leggende Il Castello di Caltabellotta Pag 1 di 10 Nel 1194 in questo castello fortezza, di Epoca Arabo-Normanna, si rifugiarono la Regina Sibilla, le figlie e il figlioletto Guglielmo III, ultimo re normanno di Sicilia, ma Enrico VI di Svevia, con l'inganno, li catturò e gli usurpò il potere. Agli Svevi subentrarono in seguito gli Angioini e gli Aragonesi, dopo la “Pace di Caltabellotta” del 1302. Tra il 1448 e il 1529, il castello fu dimora incontrastata dei Conti Luna di Caltabellotta, durante la disputa che ebbero con i Baroni Perollo di Sciacca. Nel corso dei secoli questo castello è stato meta di riposo per i crociati che andavano e venivano della Terrasanta, di festeggiamenti e di ispirazione per letterati e musicisti. Tra tutti ricordiamo: Robert de Boron, alla cui opera di 25.000 versi, si rifà Wolfram von Eschenbach, per comporre il "Parzival", e nel 1845 Richard Wagner nel "Tristano e Isotta" e nel "Parsifal". Viene anche ricordato in una novella di Giovanni Boccaccio (Decamerone Giorno 10.7), nella quale si narra che intorno al 1282 la giovane Lisa Puccini, si invaghì perdutamente fine quasi a morirne del re Pietro D’Aragona, che commosso di tanto amore si recò da lei e, una volta guarita, le diede in sposo il nobile Perdigone e in dote il castello e le terre di Caltabellotta Di Vincenzo Carmelo MUlè
La foto a seguire è stata elaborate da me per dare un idea di come poteva essere al suo antico splendore il castello di Caltabellotta
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