di
Giuseppe Rizzuti
Incerte
sono le notizie sulla fondazione di questo piccolo gioiello di architettura
rupestre, incastonata fra le rocce del Kratas in una splendida posizione
panoramica, nella parte alta del centro urbano di Caltabellotta e ai margini di
un’importantissima zona archeologica ancora tutta da studiare.
Si tratta di uno dei più antichi luoghi di culto cristiano presenti in
questo territorio. Vi si accede attraverso gradini intagliati nella roccia.
Nella rupe sottostante si aprono una serie di antichi vani di grande interesse
archeologico ed è facilmente intuibile che tanto essi che la chiesa dovessero
far parte di un “unicum”, verosimilmente bizantino, probabilmente monastico con
religiosi quasi certamente Basiliani.
Il posto è incantevole e si può raggiungere facilmente dalla strada
panoramica che si snoda a nord dell'abitato, attraverso il passaggio naturale
esistente nel complesso roccioso che sovrasta il centro cittadino, comunemente
chiamato "malupirtusu" o, a piedi, percorrendo stradine del centro storico.
La chiesetta è formata da due parti ben distinte: ovviamente la più
antica è la rupestre mentre la parte esterna, la moderna, è contraddistinta
dalla classica forma a capanna con il piccolo campanile seicentesco, molto
semplice e ingentilito dalla vela campanaria dal disegno elegante.
Nel corso dei secoli la chiesa ha subìto diverse manomissioni; fino alla
metà del XIX secolo era arricchita da una porta in stile gotico e dotata di un
vestibolo. Attualmente l'ingresso è caratterizzato da una porta, con architrave
arcuato in conci di pietra squadrata, sormontata da una finestra di forma
ottagonale.
La zona presbiteriale, aggiunta in età moderna, è separata dall'unica
aula a forma di ventaglio (tipico dei Basiliani) mediante archi finti sorretti
da due colonne monolitiche in pietra. Nella parte centrale un moderno altare in
pietra, opera dello scultore Salvatore Rizzuti, inserito a seguito dell’ultimo
restauro (1998), si appoggia alla parete di fondo dove è scavata una nicchia con
statua della Pietà di incerta fattura.
Sulla destra vi è la traccia di un affresco molto deteriorato che
raffigura l'effigie di San Cono con accanto un incavo quadrato probabilmente
utilizzato per la conservazione di arredi sacri; a sinistra si legge nella
roccia il segno di un altare molto arcaico adorno di piccole conche.
Sia la presenza di San Cono sia la parte scavata nella roccia riportano
tutto il complesso al periodo paleocristiano e probabilmente bizantino,
considerato che a Caltabellotta a qualche centinaio di metri da qui vi è il
luogo, ove visse e morì S. Pellegrino e dove sicuramente continuarono a vivere i
suoi successori.
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