il 3 di maggio ( San Filippo
e Giacomo - giornata dell'adorazione della Croce) e il giono dell'Ascenzione
sono legati insieme da un'altra tipica usanza ormai persa: in quei giorni una
vecchia tradizione vuole che nun si sfaga né sapuni, né cinniri, né criscienti,
sottolineando con l'astensione dal lavoro, la festività del giorno per cui non
si lava il bucato e non si fa il pane in casa.
Lu munnu è ribelli e s' ava cuitari, si m'incontra lu nimicu murtali ci dicu ca
unn'avi chi fari, ca lu jornu di la Santa Cruci , aiu dittu milli voti: Gesù,
Santa Cruci, aiutatimi vù! Il tre di maggio, si recitava questo Rosario 20 volte
durante il pellegrinaggio verso la Croce di Cozzo Mamào, attorno alla quale, una
volta giunti, si girava tre volte. Alla fine di ogni rosario si raccoglieva un
fiore dicendo: Sciuri di maju cogliu, pruvvidenzia vogliu, sciuri di maju vinni,
pruvidenzia vinni. E cugliemu sempri sciuri pi l'amuri di lu Signuri e
cugliemuli spampinati pi Gesù Sacramintatu. Visto che i fiori sono presenti nel
momento in cui prego, poiché siamo a maggio, la mia invocazione alla Divina
Provvidenza è subito accolta.
Da qualche decennio il pellegrinaggio si è spostato invece verso il sagrato
della Chiesa dei Cappuccini, dove il simulacro del SS Crocifisso “Dio Vivo”
viene posto sulla seicentesca pietra di fronte alla Chiesa, cosa tipica in tutte
le chiese dei Cappuccini.
A cura: Prof.ssa Maria Castrogiovanni |