APRILI FA LI SCIURI E LI BIDDIZZI E LU MISI DI MAJU SI LI GODI
Le origini dell'usanza caltabellottese di spargere fiori davanti
alla porta il primo giorno del mese di maggio, si perdono nelle
trame del tempo, ma il motivo è deducibile da chiunque: il risveglio
della natura è il risveglio della vita ed adornare l'ingresso di una
casa così come è adornata la campagna, è un chiaro simbolo di
benvenuto e di buon auspicio per la nuova stagione per la quale
madre natura comincia ad offrire i frutti.
Se l'arrivo della primavera, ufficialmente è fissata al 21 di marzo,
a Caltabellotta effettivamente avviene nel mese di maggio. San
Michele a Pasqua ne annuncia l'arrivo, ma quando la Pasqua cade così
bassa come quest'anno, di primavera proprio non c'è traccia. Qualche
gelata, il freddo, la nebbia, ci fanno sentire l'estate ancora molto
lontana. L'avvento di maggio no, non da dubbi. La campagna si anima
con un'esplosione di colori e di primizie che fanno presagire le
delizie dell'estate. Il ronzare delle api si confonde con il ronzare
degli scooter. Il paese si sveglia dall'apparente letargo invernale.
Le strade si popolano e le persone cominciano a stare a lu friscu,
momento di aggregazione serale tipico dei paesi del sud.
In generale il mese di maggio è il mese dei fiori e il mese dedicato
alla Madonna e a Caltabellotta i vari momenti che lo scandiscono
hanno come tema i fiori.
Si inizia con la vigilia del primo maggio che vede molte persone
coinvolte nel procurarsi i fiori, privi di gambo, da spargere
durante la notte davanti alla porta d'ingresso. La tradizione si è
mantenuta, ma il momento di aggregazione collettiva determinato
dalla raccolta dei fiori durante il pomeriggio percorrendo a piedi
le strade che costeggiano il paese si è perso, ognuno ormai si reca
a raccoglierli nella propria campagna a bordo della propria auto.
Maggio è il mese dedicato alla Madonna ed ogni sera è un continuo
pellegrinaggio verso la chiesa di Sant'Agostino. Dalle diciannove
fino a mezzanotte, si incontrano per strada gruppi più o meno
numerosi di persone che con il Rosario in mano e talvolta a piedi
scalzi, intonano canti alla Madonna. Un tipico odore accompagna
questo percorso: è quello delle ginestre e degli alberi che
costeggiano il Viale Bonfiglio , mentre nello spiazzo bimbi
scatenati si rincorrono e scivolano sul muretto dell'ultima rampa di
scale per raggiungere il sagrato. L'altare della chiesa è stracolmo
di fiori, soprattutto rose, ma sono rose diverse, ben aperte e
variopinte con il gambo corto e irregolare: sono i fiori che ognuno
coltiva in casa o in campagna e che nel mese di maggio, confeziona
in variopinti bouquet profumati assieme a calle e gigli, tenuti
insieme da carta stagnola o comunissimi scottex, per offrirli alla
mamma di tutte le mamme.
Il
primo maggio, il 3 di maggio ( San Filippo e Giacomo - giornata
dell'adorazione della Croce) e il giono dell'Ascenzione sono legati
insieme da un'altra tipica usanza ormai persa: in quei giorni una
vecchia tradizione vuole che nun si sfaga né sapuni, né cinniri, né
criscienti, sottolineando con l'astensione dal lavoro, la festività
del giorno per cui non si lava il bucato e non si fa il pane in
casa.
Lu munnu è ribelli e s' ava cuitari, si m'incontra lu nimicu murtali
ci dicu ca unn'avi chi fari, ca lu jornu di la Santa Cruci , aiu
dittu milli voti: Gesù, Santa Cruci, aiutatimi vù! Il tre di maggio,
si recitava questo Rosario 20 volte durante il pellegrinaggio verso
la Croce di Cozzo Mamào, attorno alla quale, una volta giunti, si
girava tre volte. Alla fine di ogni rosario si raccoglieva un fiore
dicendo: Sciuri di maju cogliu, pruvvidenzia vogliu, sciuri di maju
vinni, pruvidenzia vinni. E cugliemu sempri sciuri pi l'amuri di lu
Signuri e cugliemuli spampinati pi Gesù Sacramintatu. Visto che i
fiori sono presenti nel momento in cui prego, poiché siamo a maggio,
la mia invocazione alla Divina Provvidenza è subito accolta.
Da
qualche anno il pellegrinaggio si è spostato invece verso il sagrato
della Chiesa dei Cappuccini, dove il simulacro del SS Crocifisso
“Dio Vivo” viene posto sulla seicentesca pietra di fronte alla
Chiesa, cosa tipica in tutte le chiese dei Cappuccini.
Nel mese di maggio ricorre anche la festa della mamma e il fiore
tipico è diventato da qualche anno l'azalea, divulgato dalle
raccolta fondi per la ricerca sul cancro. Una piantina di azalea, è
presente in ogni casa, finestra o balcone. Bellissimi gerani
adornano questi ultimi, che in certe abitazioni non passano
inosservati.
Il
ventidue è la festa di Santa Rita, un tripudio di rose nell'addobbo
del fercolo e in tutto il contesto.
Il mese di maggio è il mese dei fioretti. La maestra Stellina, alle
elementari, ci faceva trascrivere queste promesse segrete su dei
bigliettini che poi ci faceva conservare in una piccola scatola
chiusa attraverso una fessura come fosse un salvadanaio e la poneva
accanto ad una statuetta della Madonna, di quelle che si accendono
al buio, posta sul suo armadio, l'armadio delle meraviglie.
Maggio è anche il mese delle ultime interrogazioni a scuola prima
delle lunghe vacanze estive e il fervore vivace e spensierato della
gioventù Caltabellottese, in assoluto il fiore più bello del posto,
ci fa presagire l'arrivo dell'estate, come il sabato prima della
domenica. di Maria CASTROGIOVANNI |