San Pellegrino Vescovo di Triocala Patrono di Caltabellotta.

 

Triocala località della Sicilia antica il cui nome è incidentalmente ricordato da Cicerone (Verr., V, 6); essa era allora una dei 68 comuni della provincia.


Aveva acquistato notorietà soprattutto nella seconda guerra servile, quando Salvio, dopo avere munito questo luogo, già forte per natura, vi pose la sua corte.

 
 
San Pellegrino fu inviato a Triocala, l'attuale Caltabellotta, da San Pietro Apostolo con il compito di evangelizzare la città e liberarla dal paganesimo.
 
 
Salpò insieme ad alcuni compagni e, dopo pochi giorni di navigazione, sbarcò a Eraclea, conosciuta come la piccola cartagine.
 
 
 
Da lì proseguì il viaggio risalendo il fiume Caltabellotta,  oggi noto come fiume Verdura, a quei tempi navigabile, a bordo di una piccola imbarcazione.
 
 
giunto nei pressi della città, continuò il cammino via terra fino a Triocola.
 
 
Appena arrivato inizio a diffondere la fede cristiana,
 
 
un giorno si avvicinò a una donna che stava cuocendo il pane nel forno e, con umiltà,
 le chiese un pezzo di pane in elemosina. Tuttavia, la donna, con disprezzo, lo scacciò senza mostrare alcuna compassione.
 
 
Poco dopo, quando estrasse il pane dal forno, scoprì con sgomento che si era trasformato in pietra.
La donna disperata si mise a piancere. Questo fu il primo miracolo attribuito a San Pellegrino,
un segno tangibile della sua santità e del potere divino che lo accompagnava.
 
 
Nel frattempo, la popolazione di Triocola viveva nel terrore a causa di un drago che da tempo seminava paura e distruzione.
I pagani, nel tentativo di placarlo, gli offrivano sacrifici umani, bambini innocenti.
 
 
 
San Pellegrino, mosso da compassione e fede, decise di affrontare la creatura.
 
 
Con astuzia, fece credere al drago che un altro bambino gli sarebbe stato offerto in sacrificio,
 
 
ma quando il mostro aprì la bocca, il santo vi infilò un bastone, uccidendolo sul colpo.
 
 
 
 
Con questo gesto eroico, liberò la città dalla paura e dal giogo del paganesimo.
 
 
 
 
 
Dopo la vittoria sul drago, San Pellegrino si ritirò in una grotta situata proprio nel luogo dove il mostro aveva il suo rifugio. Lì condusse una vita da eremita, dedicandosi alla preghiera e alla penitenza.
 
 
 
 Nonostante la sua vita solitaria,
di tanto in tanto tornava a Triocola per predicare e diffondere la parola di Dio.
La sua presenza e i suoi miracoli attirarono sempre più persone, che vedevano in lui una guida spirituale e una fonte di speranza.
 
 
Grazie alla sua opera di evangelizzazione, Triocola si convertì al cristianesimo e divenne una delle prime sedi vescovili della Sicilia,
un titolo che, sebbene oggi soppresso, esiste ancora e resta nella memoria storica.
 
 
San Pellegrino fu uno dei primi vescovi del cristianesimo in Sicilia.
La leggenda di San Pellegrino rappresenta il trionfo del bene sul male, della fede sulla paura.
Il suo gesto eroico di uccidere il drago non è solo una prova di coraggio, ma anche un simbolo della conversione di Triocola al cristianesimo,
segnando la fine dei sacrifici pagani e l'inizio di una nuova era di spiritualità. Ancora oggi, la sua figura è venerata a Caltabellotta,
e la grotta del drago rimane un luogo di memoria e devozione. La storia di San Pellegrino, tramandata nei secoli, continua a ispirare i fedeli,
ricordando che la forza della fede e la determinazione possono sconfiggere anche le forze più oscure.
 

 

         

Foto Accursio Castrogiovanni

Vai Indietro

 

 

 

Sito e Foto di Accursio Castrogiovanni.   ©Copyright: è consentito l'utilizzo privato.
Per qualsiasi altro utilizzo o per richiedere formati più grandi contattare l'autore

Caltabellotta On Web